E’ stato presentato oggi in Assemblea dalla maggioranza, durante la commissione Politiche per la salute e politiche sociali, il progetto di legge sul Reddito di solidarietà. Uno strumento che, secondo Stefano Caliandro (Pd), si dovrà affiancare al Sostegno per l’inclusione attiva (Sia), misura di contrasto alla povertà sperimentata nel 2013 in dodici città, tra cui Bologna. La Regione Emilia-Romagna stanzierà 30-35 milioni di euro, e si stimano circa 54.000 nuovi beneficiari, non una risposta a tutti i bisogni, ma sicuramente un “segnale importante”. “Con il provvedimento garantiamo diritti universalistici, integrando le misure statali” chiarisce Caliandro.
E se per il Movimento 5 Stelle è positivo il fatto che si sia aperto il dibattito su questo tema, la proposta di reddito di solidarietà viene definita una semplice integrazione di fondi a misure già attive, con una soglia di 400 euro a nucleo familiare inadeguata. Mentre Andrea Bertani chiede di conoscere i risultati della sperimentazione Sia, Giulia Gibertoni rilancia il progetto del reddito di cittadinanza proposto invece dal M5s. Si tratterebbe di un’indennità economica temporanea a chi si iscrive ai centri per l’impiego in Regione e ne usufruirebbe solo chi è al di sotto della soglia di povertà e risiede in Emilia-Romagna da almeno 36 mesi senza essere titolare di una pensione di vecchiaia o anzianità.
Perplessità da Piergiovanni Alleva (AltraER) che punta invece al coinvolgimento dell’istituto dei contratti di solidarietà espansiva e soprattutto da parte diAlan Fabbri (Ln) che ha criticato la scelta di includere nel reddito di solidarietà i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna da soli due anni: “Fondamentalmente questo reddito andrà ad aiutare gli extracomunitari e non gli emiliani: sarà un reddito per stranieri”.