Sanità e welfare

WELFARE. SERVIZI PRIMA INFANZIA, RISOLUZIONE LEGA NORD: “DOMANDE INEVASE, MODIFICARE DISPOSIZIONI REGIONALI”

WELFARE. SERVIZI PRIMA INFANZIA, RISOLUZIONE LEGA NORD: “DOMANDE INEVASE, MODIFICARE DISPOSIZIONI REGIONALI”

Anche in Emilia-Romagna, nonostante la regione risulti in linea con gli obiettivi europei per gli standard dell’offerta dei nidi d’infanzia in rapporto percentuale alla popolazione, i Comuni, sia per la crisi economica sia per i “pesanti tagli” ai trasferimenti statali, si trovano in situazioni “di sempre maggiore difficoltà a soddisfare le domande delle famiglie di servizi per la prima infanzia”.

Lo affermano i consiglieri del gruppo della Lega nord in una risoluzione all’Assemblea legislativa, primo firmatario Fabio Ranieri, in cui stigmatizzano il “crescente numero di domande inevase” e segnalano che la delibera 85/2012, “Direttiva in materia di requisiti strutturali ed organizzativi per la prima infanzia e relative norme procedurali. Disciplina dei servizi ricreativi e delle iniziative di conciliazione”, “potrebbe essere migliorata in alcuni punti in modo da consentire agli enti locali di aumentare l’offerta di questi servizi sul territorio senza aggravio di costi o comunque con un aggravio minimo e sostenibile se non addirittura potendoli ridurre”, rendendo “il sistema integrato dei servizi per l’infanzia più accessibile”.

La risoluzione propone quindi alla Giunta regionale alcune modifiche da apportare alla delibera, tra cui quelle: di aumentare dal 15 al 20 per cento la misura massima di incremento della ricettività per le strutture che accolgono i servizi di nidi d’infanzia e spazio bimbi; di vincolare questo potenziale incremento “al rispetto del rapporto numerico operatore/bambini, che andrà calcolato non sul numero di bambini effettivamente iscritti, come avviene ora, ma sul numero di bambini pari alla ricettività ordinaria della struttura al netto della percentuale di aumento applicata”; di incrementare il numero massimo dei bambini che possono essere accolti nei piccoli gruppi educativi (Pge), passando da sette a dieci, lasciando invariato il modello organizzativo.

Il testo chiede inoltre: di introdurre una partecipazione attiva delle famiglie nel sistema integrato dei servizi per l’infanzia territoriale, introducendo il servizio dei “Nidi Famiglia”; di agevolare l’istituzione di piccoli nidi aziendali o interaziendali; di prevedere nuove procedure per l’attivazione di servizi sperimentali in casi eccezionali. A questo proposito, si domanda che nei territori in cui, alla chiusura delle iscrizioni, si sia registrata la presenza di liste di attesa superiori al 10 per cento delle domande presentate per l’accesso ai servizi gestiti direttamente dall’ente locale o privato convenzionato, si potrebbe consentire al Comune di derogare alla procedura autorizzatoria regionale, autorizzando direttamente, per la durata massima dell’anno scolastico di riferimento, servizi sperimentali gestiti dallo stesso ente o da soggetti privati parzialmente o in toto convenzionati. (AC)

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