Sanità e welfare

Tagliaferri (FdI): “La Regione assicuri il recupero dei canoni Erp non riscossi”

Il consigliere chiede alla Regione quale sia la situazione delle mancate riscossioni, suddivise per le singole province, dei canoni per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica

Assicurare il pieno recupero dei canoni Erp non riscossi.

A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (FdI) che ricorda come, “secondo ricerche recenti condotte sul sistema dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) in Emilia-Romagna, le Aziende Casa (Acer) registrano una morosità che grava pesantemente sulle finanze regionali e compromette la capacità del sistema Erp di svolgere la sua funzione sociale. In particolare, al 31 dicembre 2024 le Acer regionali hanno maturato crediti verso i Comuni per 34,5 milioni di euro legati a interventi di manutenzione straordinaria e copertura della morosità incolpevole, incluse le spese per l’energia”.

Per Tagliaferri, “sempre secondo lo stesso documento, il ‘valore sociale’ risultante dal differenziale tra canone oggettivo e canone effettivamente percepito (cioè la cifra che il sistema Erp rinuncia a incassare per mantenere i canoni accessibili alle fasce più deboli) è pari a 70,8 milioni di euro all’anno su scala regionale ed esiste altresì evidenza che oltre il 48% dei nuclei che occupano gli alloggi gestiti dalle Acer abbia un Isee uguale o inferiore a euro 7.620/anno, a conferma che il sistema serve in larga misura fasce a bassissimo reddito. Inoltre, è stata rinnovata la convenzione per la morosità incolpevole per il biennio 2025-2026 e per il 2025 sono stanziati 10 milioni di euro nonché 20 milioni di euro per il 2026, provenienti dal Fondo nazionale, da ripartire fra le Regioni”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere quale sia, suddiviso per ogni provincia, “il dato aggiornato a fine 2024 e inizio 2025 dei canoni Erp non riscossi e degli importi dichiarati inesigibili, confrontato con il bilancio preventivo e consuntivo degli Acer, e quali misure concrete la Regione abbia promosso per ridurre tale morosità nonché quanti alloggi Erp risultino liberi ma non assegnabili per vetustà o necessità di ristrutturazione in ciascuna provincia, con evidenza del numero di edifici costruiti prima del 1971 e di quelli realizzati dopo il 2001, come già denunciato per Piacenza e Reggio Emilia”.

Altra richiesta è quella di sapere quale sia il valore annuale corrente del “valore sociale” dei canoni non percepiti (cioè la differenza tra canone oggettivo e canone effettivo), ripartito per provincia, e se sia previsto un piano per recuperi graduali o compensazioni nei budget regionali per coprire il gap.

Alla Regione, infine, Giancarlo Tagliaferri chiede “di intervenire con ulteriori risorse o incentivi per il recupero, la ristrutturazione e il riutilizzo degli alloggi sfitti non immediatamente assegnabili; se esiste un piano straordinario di manutenzione che dia priorità agli edifici più vetusti; come intenda garantire che i nuovi limiti Isee (a partire dal 1 ottobre 2025) non escano in contrasto con la necessità di mantenere livelli di equità nell’accesso e nella permanenza negli alloggi Erp; infine, come saranno monitorati gli impatti di tali nuovi limiti sulle famiglie già in locazione e su quelle in lista d’attesa”.

(Luca Molinari)

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