Sanità e welfare

Zamboni (Europa Verde): più prevenzione psicologica dei disturbi da pandemia

La richiesta si basa anche sui dati di una ricerca di Nomisma che dimostra gli effetti negativi della pandemia da Coronavirus su ampia parte della popolazione

Promuovere strategie efficaci e piani di azione per la prevenzione e la cura del disagio psicologico di tutte le fasce d’età della popolazione, soprattutto alla luce degli effetti collaterali delle misure di distanziamento sociale resesi necessarie per contenere la diffusione del Coronavirus.

A chiederlo è, con una risoluzione, Silvia Zamboni (Europa Verde), che, a sostegno della sua richiesta, cita una recente ricerca di Nomisma condotta su oltre 500 cittadini residenti in Emilia-Romagna.

“La ricerca -spiega Zamboni- è stata presentata lo scorso 11 novembre a Bologna e ha evidenziato le forti ripercussioni della pandemia su tutta la popolazione, rilevando un diffuso peggioramento dello stato emotivo generale. Da quando è iniziata la pandemia, il 29% degli intervistati si è sentito teso, nervoso o irritabile, mentre il 46% ha dichiarato di non seguire un’alimentazione equilibrata e sana. Inoltre, il 6% degli intervistati ha iniziato dopo la pandemia a fare uso di sonniferi, farmaci ansiolitici e antidepressivi. Quella più forte è la paura di essere contagiati dal virus, che genera ansia e tensioni nel 49% degli intervistati. Subito dopo, però, viene il malessere legato a non poter vedere i familiari e gli amici (42%), insieme al timore che non sia più possibile tornare a una vita normale (41%). Le altre inquietudini più sentite sono quelle legate alla solitudine (16%) e al timore di perdere il lavoro (16%). Allo stesso tempo, continua Nomisma, ‘la pandemia ha accentuato le disuguaglianze fra gli individui, colpendo più duramente sul piano psicologico persone che presentavano fragilità preesistenti'”.

Da qui la risoluzione per impegnare la Giunta “a proseguire con l’allocazione di risorse, anche straordinarie, a favore di strategie efficaci e piani di azione per la prevenzione e la cura del disagio psicologico di tutte le fasce d’età della popolazione, a partire dal costante monitoraggio della curva del disagio e dal rafforzamento dei servizi territoriali, in modo da intervenire tempestivamente prima che tali problematiche si aggravino e, peggio ancora, si cronicizzino nonché a sostenere la diffusione di buone pratiche e servizi di ascolto e sostegno psicologico nelle scuole e nei territori per intercettare proattivamente il disagio psicologico di bambini e adulti”.

Silvia Zamboni, inoltre, chiede all’esecutivo regionale “di considerare, nei prossimi piani sanitari, le problematiche psicologiche come un aspetto della cosiddetta sindrome di Long Covid e riferisca periodicamente in commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali sull’andamento e i risultati del monitoraggio nonché sull’aggiornamento dei piani di intervento per il contrasto alle varie forme di disagio psicologico scatenate o aggravate dalla pandemia”.

(Luca Molinari)

Sanità e welfare